Nato il 6 gennaio 1966 a Nottingham, Regno Unito, Mat Collishaw ha studiato presso il Goldsmiths College di Londra negli anni ’80, dove ha fatto parte di una leggendaria generazione di artisti che sarebbe passata alla storia con il nome di “Young British Artists” (YBAs): Hanno fatto parte di questo movimento artisti del calibro di Damien Hirst e Tracey Emin. Questo movimento artistico è diventato noto per la sua tendenza a sfidare le tradizioni artistiche e per la sua enfasi sulla messa in discussione dei confini dell’arte contemporanea.

Fin dai suoi primi lavori, Mat Collishaw ha mostrato uno spiccato interesse per le immagini disturbanti e provocatorie. Una delle sue prime opere, che è anche una delle più significative, è “Bullet Hole” (1988), una fotografia ingrandita di una ferita di proiettile trovata su un manuale di patologia. Questa opera ha attirato l’attenzione sulla violenza e ha segnato l’inizio di un filone tematico che Collishaw avrebbe continuato a esplorare nel corso della sua carriera.

Negli anni successivi, Collishaw ha conquistato la scena internazionale grazie alla sua produzione artistica innovativa. Ha esposto le sue opere in importanti musei e gallerie d’arte di tutto il mondo, tra cui la Tate Modern di Londra, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e la Biennale di Venezia.

Il tratto distintivo dell’arte di Mat Collishaw è probabilmente la sua capacità di sfidare le convenzioni e di creare opere d’arte che spingono gli spettatori a riflettere sulla società contemporanea e sulla natura stessa dell’immagine. Attraverso la sua produzione artistica, Collishaw riesce a catturare l’attenzione e a suscitare emozioni, spingendo gli osservatori ad interrogarsi su temi come la violenza, la bellezza e la tecnologia.

Uno dei temi centrali nel lavoro di Collishaw è l’esplorazione della bellezza e del sublime. Le sue opere spesso mettono in discussione i concetti tradizionali di bellezza, portando gli spettatori ad interrogarsi sulle loro percezioni estetiche. Ad esempio, la sua serie Last Meal on Death Row presenta fotografie dettagliate di ultimi pasti richiesti dai condannati a morte. Queste immagini evocano un senso di inquietudine e allo stesso tempo sollevano domande sul significato della bellezza in contesti così tragici e controversi.

Attraverso l’uso di tecniche di stampa sofisticate, Collishaw riesce a trasformare una semplice immagine in qualcosa di potente e disturbante, ponendo domande sulla natura della violenza nella società contemporanea.

Collishaw ha fatto anche un uso innovativo della tecnologia arrivando a sperimentare con la realtà virtuale per creare esperienze immersive che coinvolgono gli spettatori in modo unico. Un esempio notevole è Thresholds, un’installazione che consentiva ai visitatori di immergersi virtualmente nell’esposizione della prima mostra di fotografie di William Henry Fox Talbot nel 1839. Collishaw utilizza la tecnologia per trasportare il pubblico in un’altra epoca, offrendo una prospettiva nuova e coinvolgente sulla storia dell’arte.

Attraverso le sue opere, Mat Collishaw affronta anche questioni sociali e politiche della società contemporanea. Spesso critica l’ossessione della nostra cultura per l’immagine e il consumo, esprimendo il suo punto di vista attraverso installazioni e opere che mettono in discussione gli ideali di bellezza e la superficialità delle immagini. Collishaw esplora il modo in cui la tecnologia e i media influenzano la nostra percezione della realtà, sottolineando le implicazioni sociali e psicologiche di questa costante esposizione visiva. Le opere di Collishaw invitano gli spettatori a riflettere sulle conseguenze delle scelte individuali e collettive, sulla violenza, sulla moralità e sulla fragilità umana. Il suo approccio provocatorio è finalizzato a scuotere gli spettatori e a portarli a interrogarsi sul loro ruolo nella società e sulle dinamiche di potere che ne governano l’evoluzione.

Le opere di Mat Collishaw sono state esposte in numerosi musei e collezioni pubbliche in tutto il mondo, tra cui: Tate, Londra, Regno Unito; Somerset House, Londra, Regno Unito; Birmingham Museum and Art Gallery, Birmingham, Regno Unito; Galleria Borghese, Roma, Italia; Fondazione Museo Pino Pascali, Bari, Italia; Bass Museum of Art, Florida, USA; Museo Freud, Londra, Regno Unito; Galleria d’Arte Moderna, Bologna, Italia; Musée d’Art Moderne de la Ville, Parigi, Francia; Il Brooklyn Museum, New York, USA; Museo di Roma, Roma, Italia; MNAC, Barcellona, ​​Spagna; Fondazione Arter, Istanbul, Turchia; British Council Collection, Londra, Regno Unito; Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia; Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino, Italia; Museum of Contemporary Art, San Diego, USA; Museum of Old and New Art, Tasmania, Australia; Collezione Olbricht, Berlino, Germania; Il Museo Statale dell’Ermitage, San Pietroburgo, Russia.