Emilio Isgrò. L’opera delle formiche

Il 5 maggio inaugura a Scicli il MACC – Museo d’Arte Contemporanea del Carmine, dopo
sessant’anni di chiusura e un lungo e complesso restauro, con una mostra straordinaria del Maestro Emilio Isgrò, dal titolo L’opera delle formiche.

La mostra, a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà, è organizzata e promossa dall’Archivio Emilio Isgrò e dal Comune di Scicli, e si propone come un’ampia ricognizione del percorso creativo dell’artista a partire dagli anni Sessanta, con opere inedite che arrivano fino ai più recenti anni della sua ricerca.

La mostra mira a valorizzare il rapporto stretto di Isgrò con la cultura mediterranea e pone un’attenzione puntuale sull’evoluzione della sua Cancellatura, che dagli anni Novanta del secolo scorso prende anche le sembianze di api e formiche.
Queste ultime sono le protagoniste dell’allestimento stesso della mostra, attraversando l’ambiente espositivo e la piazza su cui si affaccia il museo.

“Sono un artista italiano e siciliano”, dice Isgrò, “cittadino di una Europa che ha bisogno di un’arte non allineata per dare un contributo non puramente decorativo a un mondo in tumulto. Così ho pensato a questa Opera delle formiche come segno di una Sicilia fedele a se stessa che tuttavia sa bene quando è venuto il momento di cambiare. Non più il ficodindia o l’Opera dei pupi, non più la retorica sicilianista, ma le umili formiche che offrono la loro intelligenza operosa a sostegno di un paese che deve entrare tutto intero in Europa se vuole pesare qualcosa”