Carla Badiali nasce a Novedrate (Como) il 9 novembre 1907 da Ettore e Rosa Molteni.
La sua famiglia si trasferisce presto in Francia a Saint’Etienne, dove l’artista frequenta le scuole elementari e medie. Impara fin da piccola a dipingere alla scuola del padre e per otto anni studia pianoforte.
Tornata in Italia nel 1922, frequenta il Regio Istituto Nazionale di Setificio, sezione disegno, dove si diploma nel 1927 impiegandosi subito come disegnatrice di tessuti presso la ditta Balbis e Bari, dove rimarrà fino al 1931.
Nel 1930 inizia a frequentare lo studio del pittore Manlio Rho, dove si ritrovano artisti e architetti, come Mario Radice e Giuseppe Terragni e via via si aggiungono Aldo Galli, Luigi Zuccoli, Franco Ciliberti, Cesare Cattaneo, Pietro Lingeri, Alberto Sartoris, Carla Prina e Alvaro Molteni.
Nel 1932 apre un proprio studio di disegni per stoffe, che gestirà con piglio manageriale fino al 1963 (con una sospensione dal 1943 al 1950).
Tra 1932 e 1933 escono dalle sue mani i primi quadri che potremo definire astratti. Nel 1942 partecipa alla XXIII Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia esponendo tre opere nel Padiglione del Futurismo Italiano ordinato da Filippo Tommaso Marinetti, dove agli astrattisti comaschi è dato un ampio spazio: con Carla Badiali sono presenti Radice, Rho, Aristide Bianchi, Cordelia Cattaneo, Carla Prina ed Eligio Torno. L’anno seguente con gli stessi artisti, ad eccezione di Cattaneo e Torno, partecipa alla IV Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma, sempre fra i futuristi.
Nel 1944 a causa del supporto dato alla Resistenza, mentre è incinta del primo figlio, è fatta prigioniera dalla Banda Koch e successivamente trasferita nel carcere di San Vittore, da cui riesce a fuggire grazie all’intervento di una piccola formazione partigiana.
Tra 1945 e 1948 nascono i figli Carlo, Pierpaolo e Paola: il peso della famiglia le impedisce di dedicare molto tempo alla pittura.
Nel 1950 riapre lo studio di disegni per tessuti che per anni servirà le seterie comasche, ma anche grandi marchi francesi come Givenchy e Balmain.
Riprende pian piano a dipingere e con la chiusura definitiva dello studio nel 1963 l’attività artistica ritrova una nuova energia.
Nel 1966, nell’ambito della XXXIII Esposizione biennale internazionale d’arte di Venezia viene allestita una sezione dedicata agli
Aspetti del primo astrattismo italiano Milano-Como 1930-1940 a cura di Nello Ponente, che riprende e valorizza l’opera dei due unici gruppi di astrattisti storici italiani, quello di Como appunto e quello attivo negli stessi storici anni Trenta attorno alla galleria del Milione. Carla Badiali vi è rappresentata da un bel gruppo di opere eseguite tra 1932 e 1938.
Nel 1967 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Cadario sia nella sede di Milano, che in quella di Roma.
In varie esposizioni dedicate in Italia all’astrattismo storico e in particolare a quello comasco (nel 1969: Galleria Civica d’Arte Moderna di Monza; 1972: Galleria San Fedele a Milano; 1973: Galleria del Cavallino a Venezia, Galleria Sant’Elia, Como, Galleria Il Nome, Vigevano) la sua presenza ha un ottimo rilievo. Così come alla X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, nella mostra
Situazione dell’arte non figurativa a cura di Nello Ponente.
Seguono mostre personali a Milano alla Vismara Arte Contemporanea (1969), Alla galleria Milano (1978), Alla Galleria Arte Struktura 1984, A Como presso le Serre Ratti (1975, 1976,1983), a Genova alla Galleria Martini e Ronchetti (1978), a Vigevano alla galleria Il Nome. (1984)
Nel 1980 figura tra le artiste europee d’avanguardia nella mostra
L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940 curata da Lea Vergine (Milano Palazzo Reale; Stoccolma, Kulturhuset), nel 1982 nella sezione “Gli astratti tra idea e prassi” curata da Luciano Caramel nell’ambito della mostra
Gli anni Trenta, Arte e cultura in Italia (Milano, Palazzo Reale) per poi trovare una vetrina europea prima nell’ampia rassegna
L’Europa dei razionalisti – Pittura scultura architettura negli anni Trenta proposta nella sua citta negli spazi della nuova Pinacoteca Civica e poi in una grande esposizione sul Futurismo e il Razionalismo che viene presentata prima al Museum Fridericianum di Kassel in Germania e poi, all’IVAM-Instituto Valenciano de Arte Moderno Centre Julio Gonzalez di Valencia in Spagna (1990).
Nel 1990 la città di Como dedica una mostra alle sue opere storiche presso la Pinacoteca Civica a cura di Giovanni Anzani e un’esposizione riservata alle opere degli anni Sessanta-Ottanta viene proposta, poco prima della morte che la raggiunge il 7 febbraio 1992, presso la galleria Valente Arte Contemporanea di Finale Ligure mentre è in preparazione una rassegna che, presso la Nuova Galleria Carini di Milano, metterà a confronto la sua opera con quella di Manlio Rho.