Mat Collishaw. Alluvion

Dal 7 giugno apre al pubblico la mostra Alluvion a cura di Danilo Eccher, dedicata al racconto dell’artista e raffinato intellettuale britannico Mat Collishaw, in esposizione fino al 15 ottobre 2023, presso M77 Gallery, in via Mecenate 77. 

Alluvion rappresenta il nuovo paesaggio plasmato dal materiale depositato dalle inondazioni d’acqua, così come i media digitali inondano la nostra quotidianità mutando le coordinate sociali attraverso le quali gestiamo la comunicazione, rendendoci dipendenti da un mondo sempre più meccanizzato e guidato dalla tecnologia; immagine che ritroviamo nella maggior parte delle opere di Collishaw.

Alluvion è un progetto espositivo museale nato dalla volontà di indagare sul rapporto di ambiguità che caratterizza le opere di Collishaw, il quale concentra la sua poetica sulle infinite possibilità percettive dell’immagine creando opere capaci di calamitare con forza l’attenzione dello spettatore, attraendolo grazie alla loro bellezza, per poi condurlo negli antri oscuri del suo immaginario.
«I fiori hanno quelle belle forme che amiamo guardare, ma il motivo della loro bellezza è di attrarre farfalle e altri insetti per propagare il polline. I fiori, quindi, tramite la loro avvenenza fisica, manipolano gli altri. Per cui, di fatto, la loro bellezza esiste solo per ragioni molto egoistiche e questo lo trovo piuttosto affascinante»Mat Collishaw, 2018
La bellezza per Collishaw dunque non sempre rappresenta verità e bontà, ma può, al contrario, avere a che fare con il male.

L’artista, tra i massimi esponenti del gruppo dei YBA (Young British Artists) e celebre per il suo immaginario visivo perturbante, introduce così lo spettatore all’interno di uno scenario multipercettivo e sensoriale nel quale convivono la vita e la morte, la luce e le tenebre. Un incontro, un dialogo tra opere e pubblico che l’artista pone su un confine sottile ed interrogativo, che lo avvolge in un mondo in bilico tra il familiare e lo scioccante, il poetico ed il morboso.

Oltre 25 sono le opere esposte presso la Galleria M77, che grazie ad una curatela di tipo narrativo danno vita ad una dimensione ed effetto museale.  Fotografie, dipinti e opere in 3D che ripercorrono la produzione più significativa di Collishaw per il quale centrali sono i temi dell’illusione e del desiderio. Opere accessibili e immediate che permettono una facile comprensione da parte del pubblico; compatte e semplici all’apparenza, ma cariche e stratificate al loro interno.

Tema ricorrente nei suoi lavori è quello della violenza, come nello zootropio All Things Fall, ispirato al dipinto di Ippolito Scarsella “Il massacro degli innocenti”. Sull’opera, dal forte impatto emotivo, Mat Collishaw ha dichiarato: «I dipinti de “Il massacro degli Innocenti” si basano sulla ripetizione dei personaggi sparsi sulla tela. Sono progettati per eccitare le nostre emozioni e per far sì che i nostri occhi si muovano sulla superficie in modo agitato, senza intimità e senza un punto focale. Lo zootropio capitalizza questo aspetto, ripetendo letteralmente i personaggi per creare un’orgia di violenza travolgente che è contemporaneamente spaventosa e avvincente».
Collishaw è affascinato dalle ragioni dell’attrazione umana verso la violenza, da lui giudicate non del tutto negative perché legate al fine ultimo di imparare e migliorarsi. Per tale motivo prova a coinvolgere il pubblico sottoponendogli delle immagini violente e portandolo poi ad interrogarsi sul perché ne sia stato attratto.

Tra le sue opere più significative The Machine Zone, un’installazione di uccelli robotici che eseguono un algoritmo di azioni ripetitive. L’opera fa riferimento agli esperimenti degli anni Cinquanta dello psicologo americano B.F. Skinner, che analizzò il comportamento di piccoli animali guidati da un sistema di ricompensa, dimostrando che la ricompensa casuale crea una sorta di incertezza costante che incoraggia un ciclo comportamentale, meccanismo che è anche all’origine degli algoritmi che guidano le interazioni nell’era dei social media.

Controverse sono le immagini originali che compaiono nei dipinti di Palantir, fotografie in visione notturna emerse durante il periodo del lockdown, quando tutto era silenzioso all’esterno ed il rumore era determinato quasi esclusivamente dai media digitali. I dipinti, come i nostri registri online, catturano un momento fugace e furtivo di inquietudine; un registro oscuro del predatore e della sua preda.

Molte opere proposte da Collishaw appaiono legate ad un’estetica basata sull’opposizione tra la sensualità della carne e la brutalità del supplizio, opposizione che genera nello spettatore un cortocircuito di sentimenti contrastanti e che conferisce all’opera un’aura quasi mistica. La presenza di questa spiritualità latente dell’immagine si fa più dichiarata nella celebre serie di fotografie Last Meal on Death Row, nature morte dai toni cupi raffiguranti gli ultimi pasti dei condannati a morte negli Stati Uniti, dove l’evocazione dell’Ultima Cena compiuta da Cristo prima di affrontare il martirio della croce è immediata. ll substrato religioso che attraversa tutte le opere non è mai però vissuto cristianamente, inquadrato nell’ottica salvifica di una redenzione futura, quanto piuttosto presentato come elemento in sé perturbante e connaturato all’esistenza umana.

Parte essenziale del lavoro di Collishaw è l’interazione con il pubblico; le sue opere non hanno senso se non nel momento di contatto con esso. Un rapporto con lo spettatore che è assolutamente personale, singolo, mai collettivo. Collishaw sperimenta di volta in volta medium diversi, quali la fotografia, la scultura, il video e le installazioni ambientali, calamitando con forza l’attenzione degli spettatori e rendendoli consapevoli della propria complicità nell’essere ingannati.

La mostra Alluvion sarà visitabile dal 7 giugno fino al 15 ottobre 2023 presso M77 Gallery, in via Mecenate 77, dal martedì al sabato, dalle 11 alle 19.

DATA

07/06/2023 -
15/10/2023

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