Agostino Iacurci (1986) è un artista italiano di base a Berlino.

La sua pratica abbraccia un ampio range di tecniche e materiali, inclusa la pittura, il murale, la scultura, i disegno e l’incisione. I lavori di Agostino Iacurci sono caratterizzati da forme sintetiche e colori brillanti, l’artista utilizza un linguaggio essenziale per guidare diversi strati di interpretazioni.
I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre, festival e progetti in Europa, Stati Uniti, Brasile, Russia, India, Indonesia, Messico, Australia, Corea, Giappone e Taiwan. Le mostre più recenti includono Urban Art Biennale 2017, Völkinger Hütte, European Centre for Art and Industrial Culture, Germania; Cross the streets, Macro Museum Roma, 2017; FADA, House of Madness, The Watermill Center, New York, 2016; 16° Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano, 2016; Codici sorgenti, Palazzo Platamone, Catania, 2015; From Street to Art, Italian Cultural Institute of New York, NY, 2014; Artmosphere, Urban Art Biennale, Artplay, Mosca.

I suoi lavori sono diventati monumenti per diverse instituzioni pubbliche e private come Yakutsk Biennale, Yakutia, 2017, BBDO headquarter, Southbank, Londra, 2017; Distrito Tec University, Monterrey, 2016; Govind Puri Metro Station, New Delhi, 2016; Istituto Mario Penna, Belo Horizonte, Brazil; Puerto Rico’s Stadium, Porto Rico, 2015; “Le Tour 13”, Parigi 2014; Besançon University Campus, Besançon, 2013; “Fubon Art Foundation”, Taipei, 2012; Saba School in Western Saharawi, 2011.

 

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Gallery Exhibition

La Galleria M77 presenta Gypsoteca, una serie di nuove opere di Agostino Iacurci (Foggia, 1986).

Pittore, illustratore, incisore, muralista e scenografo, Agostino Iacurci ha ideato un progetto espositivo site-specific per gli spazi della Galleria M77. Questa mostra si presenta come il punto di arrivo di quasi due anni di ricerca, che si è basata sul tema del colore come concepito e utilizzato nella pratica della statuaria antica.

Punto di partenza della ricerca di Iacurci è la scultura greco-romana, come si vede nella pratica che originariamente fondeva i materiali specifici della scultura – marmo, bronzo, legno o terracotta – con il colore, creando così un’unica forma. Il gusto antico artificiale nel tempo lo ha in qualche modo alterato, se non addirittura cancellato, dando così origine a un’idea di classicità fatta di marmo bianco asettico o patine monocromatiche. Iacurci è affascinato dalle ricostruzioni delle opere originali greche e romane, con i loro colori vividi e le fantasie violente, quasi psichedeliche. Con Gypsoteca, l’artista ha voluto creare un catalogo personale contemporaneo dell’antico. La serie di opere in mostra coglie l’eco di linguaggi artistici remoti ma universali. Il colore si staglia come simbolo arcaico e, allo stesso tempo, significa una realtà contemporanea popolata da fantasmi virtuali con cui convivere.

La mostra rimarrà aperta al pubblico da martedì 22 maggio fino a sabato 8 settembre 2018 e sarà accompagnata da un volume con un testo di Michele Bonuomo.

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