Nato nel 1937 a Barcellona di Pozzo di Gotto, in Sicilia, Emilio Isgrò vive e lavora a Milano. Artista e pittore concettuale, ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista, Isgrò è considerato uno dei nomi più internazionalmente rinomatii e prestigiosi della scena artistica italiana. Il suo lavoro può essere considerato tra i più rivoluzionari e originali all’interno delle cosiddette Vanguardias degli anni ’60. L’artista è l’autore indiscusso della “Cancellazione” – l’atto di eliminare le parole da un libro stampato – qualcosa che ha cominciato a esplorare nei primi anni ’60; Emilio Isgrò ha questa sua poetica, anche se la cancellazione non deve essere considerata metafora nella sua pratica, ma come azione effettiva. Lavora su testi di copertine reali, trasformando e rinnovandone il significato, senza tuttavia annientare o distruggere il valore della parola o dell’immagine. Come pioniere della “cancellazione” di testi, enciclopedie, manoscritti, libri, mappe e anche film, Emilio Isgrò ha reso la sua tecnica l’essenza della sua ricerca. Guarda verso una sorta di lettura inversa e di ri-interpretazione del linguaggio che, attraverso varie manipolazioni, va dall’essere verbale ad essere visivo. Come dice l’artista: “Le cancellature non sono una semplice negazione, ma sono invece la dichiarazione di nuovi significati: è la trasformazione di un segno negativo in un gesto positivo”. L’Artista è stato invitato a partecipare alla Biennale di Venezia nel 1972, nel 1978, nel 1986 e nel 1993. Nel 1977 è stato assegnato il primo posto alla Biennale di Sao Paulo, in Brasile.

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